I segni della presenza dello Spirito Santo

Dopo l’evento forte e l’esperienza dei primi cristiani, cosi come ce lo raccontano gli Atti degli apostoli, lo Spirito Santo  non gode di popolarità. Uno dei segni che fanno capire che lo Spirito Santo è quel grande sconosciuto, come affermava P. Cantalamessa qualche anno fa, è che lo si nomina poco, lo si prega poco, lo si conosce poco quindi.

In generale si concepisce la religiosità, come qualcosa di misterioso, irraggiungibile e dunque, quasi magico. Le opere di Dio nella vita della Chiesa e dei suoi figli, siccome sono inspiegabili giustamente, perché appartengono al mistero della sua volontà per il nostro bene, si tende a unire questo mistero ad azioni che hanno a che fare indirettamente con il mondo del magico. Le grazie e i miracoli si vedono come se Dio avesse alzato la bacchetta magica ed ecco: il miracolo!

Questo dovuto a una certa diffusione della cultura della magia presente direttamente o indirettamente nella mente, quando si parla di mistero, compreso quello divino. Le pratiche magiche, esoteriche e spiritistiche, sono purtroppo molto diffuse oggi, il risultano è il danno della confusione tra ciò che appartiene alla volontà di Dio e il mondo della magia. Meno male che si tratta di una minoranza, quelli che, andando alla ricerca del divino, si convincono che esso abbia a che fare con realtà che appartiene al sacro magico; questa ricerca del sacro, ha sicuramente a che fare con una certa nostalgia di vivere la fede che si manifestata alla fine in questa contraddizione, convinzioni queste che, risultano dalla forte presenza della religiosità popolare e della contaminazione della corrente new age, ormai diffusa a larghe sfalde nel mondo.

Un altro ostacolo che blocca il sentire la voce dello Spirito Santo nell’anima, sono i rumori, la fretta, nei ritmi di vita sincopati, nella confusione della complessità, nella ricerca ossessiva di risposta ai bisogni e alle necessità, per soddisfare il desiderio personale. Questi impediscono veramente l’azione dello Spirito Santo, il quale, non trova spazio ne porta aperta per entrarvi, o orecchi sensibili per ascoltare la sua volontà.

Il mancato rapporto personale con lo Spirito Santo si da per la visione della storia delle religioni che hanno mantenuto il principio del monoteirmo: di modo che la verità di Dio che è uno e trino trova poco spazio dovuto al corso della storia che ha sempre concepito questo aspetto religioso nei confronti di Dio Creatore.

Lo Spirito Santo è invece colui che dà gli orientamenti alla Chiesa e che parla attraverso la gerarchia; è colui che rende possibile la convivenza di persone diverse senza conflitti e che dà alle persone la capacità di perdonare.

Mi ricordo una frase di don Primo Mazzolari che diceva che Dio ci parla nel silenzio. Spesso il peccato che facciamo è proprio quello di non fare silenzio e ascoltare Dio. Il chiasso che facciamo, la nostra distrazione, il chiasso dei nostri divertimenti, il chiasso nella nostra parrocchia durante i lavori parrocchiali spesso ci fanno dimenticare di ascoltare Dio e di esercitare l’ascolto dei suggerimenti del suo Spirito.

E facile constatare una presenza diffusa e pervasiva di «bisogno» e di «esperienza» di spiritualità, di «vita nello Spirito».

I segnali saltano agli occhi quotidianamente. Sono più forti di ogni giudizio con cui cerchiamo di verificarli e valutarli. Solo per fare qualche esempio:
• la forte ed esigente domanda di senso;
• il bisogno di silenzio, di tempi prolungati di preghiera, la ricerca di esperienze di festa, di silenzio…

. la disponibilità a servire i poveri nel nome del Vangelo;
• la fame di Parola di Dio e la sua scoperta per la propria vita di tante pagine del Vangelo;
• la sete di una forte presenza di Dio, dove lo si esperimenta come padre misericordioso, fonte di speranza, e, qualcuno con cui dialogare.

Lasciati dunque guidare dallo Spirito»  secondo (Gal 5, 25), vivremmo una vera esperienza della sua presenza; i «doni dello Spirito» che testimoniano la sua presenza.

Gesù consegna lo Spirito ai suoi discepoli, per lanciarli, in modo competente e coraggioso, nella realizzazione della missione che ha affidato ad essi: «Io manderò su di voi lo Spirito Santo, che Dio, mio Padre, ha promesso. Voi però restate nella città di Gerusalemme fino a quando Dio vi riempirà con la sua forza» (Lc 24, 49).

Gesù, sembra quasi preoccupato: senza la presenza dello Spirito si possono combinare disastri… per questo suggerisce di partire solo dopo essere stati trasformati dal suo Spirito.
E finalmente, pieni dello Spirito, gli apostoli continuano l’opera di vita che Gesù ha iniziato. «Ebbene, una cosa dovete sapere voi e tutto il popolo d’Israele: quest’uomo sta davanti a voi, guarito, perché abbiamo invocato Gesù Cristo, il Nazareno, quel Gesù che voi avete messo in croce e che Dio ha fatto risorgere dai morti», dichiara con forza Pietro per giustificare davanti al tribunale la guarigione dello zoppo alla Porta Bella del Tempio (At 4, 10).

L’esperienza dello e nello Spirito Santo va dunque  compresa, mediata e meditata, per diventare vera esperienza della sua presenza.  Queste sono strade uniche percorribili per assicurare l’esperienza vera dello Spirito.

Il Signore ti benedica e ti custodisca,

Don Tonino Lima.

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